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Viburnum lantana L. 1753

famiglia: Caprifoliaceae
nome comune: lantana, viburno lantana


ETIMOLOGIA: il nome del genere è quello con cui gli antichi romani chiamavano questa pianta, pare originatosi dal termine viere (legare, intrecciare), riferito alla flessibilità dei rami, un tempo utilizzati per costruire cesti.



è un arbusto od un alberello caducifoglio originario dell'Europa centro-meridionale, alto fino a 4-5 metri, con crescita vigorosa e rapido sviluppo. Specie eliofila e termofila, è diffusa in Italia allo stato spontaneo nelle regioni cento-settentrionali fino a quota 1000 m, al limitare dei boschi, in posizioni luminose, ma è anche coltivato nei giardini, in particolare quelli di campagna, per la bellezza della fioritura, per i frutti decorativi e per i colori delle foglie che assumono, in autunno, splendide tonalità di rosso e di giallo. Predilige i terreni calcarei, freschi, profondi e ricchi di sostanza organica. È pianta dotata di spiccata capacità pollonifera. I giovani rami sono grigi e pubescenti, quelli più vecchi sono color ocra. 


i fiori di color bianco-crema, sono ermafroditi e riuniti in corimbi terminali aventi 5-10 cm di diametro, portati da piccoli peduncoli grigio-verdi all’ascella di sottili brattee. Il calice è verde a 5 denti, la corolla campanulata, a forma d’imbuto. Gli stami fuoriescono dalla corolla ed hanno filamento bianco ed antere gialle. Fiorisce tra aprile e maggio


le foglie sono opposte, ovali, brevemente picciolate, appuntite e dentate, con la pagina superiore rugosa e di colore verde scuro, mentre la pagina inferiore è più chiara e presenta una fitta pubescenza lanosa 



i frutti sono drupe ovaleggianti, spesso appiattite sui lati, che racchiudono un nocciolo marrone e piatto. A seconda del grado di maturazione il loro colore varia dal verde, al rosso, al nero.

 
USO ALIMENTARE OD OFFICINALE: le foglie di questa pianta hanno proprietà astringenti e antinfiammatorie, anche se sono scarsamente impiegate. I frutti, usati in decotto, sono utili per la preparazione di gargarismi contro le affezioni della bocca e della gola. Sono poco gradevoli al palato e la loro ingestione può causare disturbi gastrici e intestinali.
Più frequente è l'utilizzo, nella medicina omeopatica, delle gemme, per la preparazione del cosiddetto 'gemmoderivato', utilizzato per li trattamento di tutte le forme asmatiche dovute ad allergie ormai cronicizzate.
La corteccia ha proprietà sedative e antispasmodiche

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