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Ricinus communis L. 1753



famiglia: Euphorbiaceae
sinonimi: Ricinus sanguineus
nome comune: ricino




ETIMOLOGIA:  il nome generico è derivato dal termine latino ricinus (zecca), per l'aspetto del frutto e per il fatto che si attacca agli abiti. L'attributo specifico latino communis è riferito alla grande diffusione della pianta






il ricino è una pianta erbacea o suffruticosa, annuale o perenne a seconda della zona di coltivazione, sensibile al freddo, originaria delle zone tropicali dell'Africa e dell'India, ma ormai diffusa e coltivata in tutto il mondo. Da alcuni antichi documenti risulta che il primo addomesticamento avvenne in Asia sud-occidentale intorno al IV° secolo a.C. mentre l'introduzione in Europa si deve agli antichi romani. In America meridionale ed in Asia è ampiamente coltivato per la produzione di olio, di cui sono ricchi i semi e che trova impiego principalmente come lubrificante e nell'industria farmaceutica. Nei giardini dei climi temperati viene comunemente coltivata come annuale, per via degli accesi colori delle foglie e delle bacche contenenti i semi, in particolare nelle varietà ornamentali: si semina in aprile, quando la temperatura arriva a 20 °C, immergendo i semi nell'acqua per 24 ore prima di interrarli. Le piantine si fanno irrobustire prima di metterle a dimora, nel mese di maggio.
La crescita e l'habitus della pianta possono variare notevolmente a seconda delle condizioni climatiche: nelle zone climatiche più favorevoli è perenne e può raggiungere i 5-10 metri di altezza, assumendo la forma di un piccolo alberello, mentre nelle zone dove viene coltivata come annuale si ferma solitamente a circa metro e mezzo. Per crescere bene ha infatti bisogno di climi caldi e temperature elevate, posizioni soleggiate e terreni sciolti e ben drenati, ricchi di sostanza organica, azoto e potassio. Sebbene viva solitamente in zone a clima arido, è una pianta avida di acqua, che si avvantaggia notevolmente dagli interventi irrigui



l'apparato radicale è dato da un grosso fittone che si approfondisce notevolmente, con poche radici laterali e superficiali. I fusti, eretti e cavi internamente, sono di colore verde o porpora




le foglie del ricino sono molto grandi, caduche, larghe fino a 30 centimetri, alterne, di colore variabile dal verde al porpora, palmato-lobate, con 5-11 lobi dal margine seghettato e l'apice acuminato. Talvolta presentano nervature color rosso cupo



i fiori sono insignificanti e sono raggruppati a grappoli in un'infiorescenza sulla cui parte basale sono collocati quelli maschili mentre i fiori femminili si trovano nella parte alta. La fioritura avviene in estate






i frutti consistono in capsule spinose, costituite da tre valve, che a maturazione si aprono liberando tre semi di circa un centimetro di diametro. I semi sono ricchi di un olio che deve le sue proprietà purgative alla presenza dell’acido ricinoleico





 
USO ALIMENTARE OD OFFICINALE: sebbene tutta la pianta del ricino sia tossica, si tratta di una specie conosciuta in fitoterapia sin dai tempi più remoti: tuttavia il suo impiego è regolato oggi da norme ben precise, data la pericolosità dei componenti in essa contenuti. In particolare viene usato l'olio che si ricava dai semi, conosciuto comunemente come 'olio di ricino', che contiene notevoli quantità di acido ricinoleico, una sostanza grassa che può provocare potenti alterazioni ed irritazioni della mucosa intestinale, con fenomeni di dissenteria e conseguente perdita di liquidi ed elettroliti. In caso di forte stitichezza può però essere impiegato per la regolarizzazione del traffico intestinale, naturalmente sotto il controllo del medico ed evitando la commistione con altri medicinali. L’olio di ricino può inoltre essere adoperato come base per prodotti specifici di varia natura, dalla cura della pelle alla cura dei capelli.
 
Attenzione!! Questi non sono consigli medici!! Usate eventuali prodotti con cautela e solo secondo le prescrizioni del medico o dell’erborista


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