nome comune: olivo, ulivo
ETIMOLOGIA: il nome generico è quello con cui gli antichi latini denominavano questa pianta, a sua volta derivato dal celtico olew od eol. L'attributo specifico indica la provenienza della specie dall'Europa
l'olivo è un albero sempreverde tipicamente mediterraneo, originario del Medio Oriente, in una zona compresa tra il Caucaso, l'Altopiano Iraniano, le coste Siriane e quelle Palestinesi, che ha poi esteso nel corso dei secoli il proprio areale di diffusione in seguito alla coltivazione che il genere umano ne ha fatto fin dall'antichità, per ricavarne prodotti come olive ed olio. Si può affermare che la coltura dell'olivo ha da sempre rappresentato un grosso perno per l'economia di tutti i popoli mediterranei. Pare che in Italia sia stato introdotto dagli antichi greci, coltivato dapprima nelle regioni meridionali (Magna Grecia), per arrivare nel tempo a Nord fino alla Liguria ed alla zona dei grandi laghi prealpini, in particolare il lago di Garda.
La specie oggi tipicamente coltivata (denominata O. europaea spp. sativa) proviene con molta probabilità da una selezione effettuata anticamente in Siria su piante selvatiche di olivastro (O. europaea ssp. oleaster).
È una specie dalla longevità ultrasecolare, tipicamente eliofila e termofila, con caratteri di xerofilia molto spiccati. Soffre l'ombreggiamento, producendo una vegetazione lassa e, soprattutto, una scarsa fioritura. Il fattore climatico determinante sulla distribuzione dell'olivo è la temperatura: infatti la pianta manifesta sintomi di sofferenza a temperature di -3-4 °C. Sotto queste temperature gli apici dei germogli disseccano. In generale la sensibilità al freddo aumenta passando dalla ceppaia al fusto, ai rami, ai germogli, alle foglie, agli apici vegetativi e, infine ai fiori e ai frutticini. Le gelate possono danneggiare il legno già a temperature di -7 °C, mentre gelate più forti possono provocare la morte di tutto l'apparato aereo con sopravvivenza della sola ceppaia.
Predilige terreni sciolti o di medio impasto, freschi e ben drenati, ma vegeta bene anche su quelli grossolani o poco profondi, ricchi di scheletro e con rocce affioranti. Tollera bene anche i terreni salini e quelli calcarei, soffrendo invece nei terreni pesanti, soggetti al ristagno idrico.
La resistenza alla siccità è elevatissima, ma quando questa si prolunga troppo la pianta reagisce con la cessazione della crescita dei germogli e la riduzione della superficie traspirante tramite una parziale perdita delle foglie, unitamente alla chiusura degli stomi nelle foglie rimanenti ed al riassorbimento dei liquidi contenuti nei frutti in maturazione. Segni di ripresa dell'attività vegetativa si manifestano solo all'arrivo di precipitazioni meteoriche, ma in questo caso la produzione risulta alquanto compromessa
È una specie dalla longevità ultrasecolare, tipicamente eliofila e termofila, con caratteri di xerofilia molto spiccati. Soffre l'ombreggiamento, producendo una vegetazione lassa e, soprattutto, una scarsa fioritura. Il fattore climatico determinante sulla distribuzione dell'olivo è la temperatura: infatti la pianta manifesta sintomi di sofferenza a temperature di -3-4 °C. Sotto queste temperature gli apici dei germogli disseccano. In generale la sensibilità al freddo aumenta passando dalla ceppaia al fusto, ai rami, ai germogli, alle foglie, agli apici vegetativi e, infine ai fiori e ai frutticini. Le gelate possono danneggiare il legno già a temperature di -7 °C, mentre gelate più forti possono provocare la morte di tutto l'apparato aereo con sopravvivenza della sola ceppaia.
Predilige terreni sciolti o di medio impasto, freschi e ben drenati, ma vegeta bene anche su quelli grossolani o poco profondi, ricchi di scheletro e con rocce affioranti. Tollera bene anche i terreni salini e quelli calcarei, soffrendo invece nei terreni pesanti, soggetti al ristagno idrico.
La resistenza alla siccità è elevatissima, ma quando questa si prolunga troppo la pianta reagisce con la cessazione della crescita dei germogli e la riduzione della superficie traspirante tramite una parziale perdita delle foglie, unitamente alla chiusura degli stomi nelle foglie rimanenti ed al riassorbimento dei liquidi contenuti nei frutti in maturazione. Segni di ripresa dell'attività vegetativa si manifestano solo all'arrivo di precipitazioni meteoriche, ma in questo caso la produzione risulta alquanto compromessa
l'apparato radicale dell'olivo è piuttosto esteso e molto superficiale, costituito principalmente da radici avventizie che si espandono lateralmente e superficialmente. Nelle piante adulte la zona del colletto (il punto di intersezione tra il fusto e la radice) risulta ingrossata ed ampia (prende il nome di 'ceppaia' o di 'ciocco') ed è caratterizzata dalla presenza di formazioni più o meno sferiche, chiamate 'ovoli', dalle quali facilmente si sviluppano dei germogli ('polloni'). Se la base di un pollone viene interrata, questa radica con facilità, dando luogo al 'pollone radicato'.
Il tronco, di colore grigio-verde e liscio fino al decimo anno circa, diviene poi nodoso, scabro con solchi profondi e contorto, assumendo un colore scuro. È più o meno lungo a seconda della forma di allevamento scelta e nelle piante ultrasecolari può raggiungere dimensioni ragguardevoli, sia in altezza che in larghezza. Il legno dell'olivo è molto duro e pesante, alquanto ricercato per lavoro di intarsio, tornio ed ebanisteria
Il tronco, di colore grigio-verde e liscio fino al decimo anno circa, diviene poi nodoso, scabro con solchi profondi e contorto, assumendo un colore scuro. È più o meno lungo a seconda della forma di allevamento scelta e nelle piante ultrasecolari può raggiungere dimensioni ragguardevoli, sia in altezza che in larghezza. Il legno dell'olivo è molto duro e pesante, alquanto ricercato per lavoro di intarsio, tornio ed ebanisteria
le foglie, prodotte in continuazione dalla primavera all'autunno, sono semplici, persistenti, opposte, brevemente picciolate, lanceolate, lunghe in media 5-8 centimetri, coriacee, di colore grigio-verde nella pagina superiore, mentre sono bianco-argentee nella pagina inferiore per la presenza di minuscoli peli squamiformi che le proteggono da un'eccessiva traspirazione. Il margine è intero, a volte revoluto. Hanno una durata media di circa 2 anni. All'ascella di ogni foglia troviamo una gemma che potrà formare un'infiorescenza (se è una gemma a fiore) oppure un nuovo germoglio (se è una gemma a legno). Le gemme a legno rimangono vitali per molti anni, anche quando il ramo si è ingrossato e lignificato, potendo risvegliarsi in seguito a grossi traumi come rotture dei rami o drastiche potature
i fiori dell'olivo sono riuniti in infiorescenze a pannocchia, pendule, che si originano dalle gemme a fiore situate all'ascella delle foglie dei rami di un anno. Quando i singoli fiorellini sono ancora in boccio le infiorescenze vengono chiamate 'mignole' e la fase fenologica in cui si trova la pianta è chiamata 'mignolatura'. Alla mignolatura segue la 'fioritura' vera e propria, che avviene, aseconda delle condizioni climatiche, da fine aprile a giugno.
I singoli fiori sono molto piccoli (3-5 millimetri) ed ermafroditi, presentando contemporaneamente organi maschili (2 stami) e femminili (1 pistillo); la corolla è costituita da 4 petali biancastri saldati alla base. Nonostante l'ermafroditismo dei fiori, gran parte delle varietà coltivate è autosterile, per cui la fecondazione, che è anemogama, avviene solo in presenza di esemplari di varietà diversa, anche se non troppo vicini. In genere il 5% dei fiori darà origine ad un frutto
i frutti dell'olivo sono le 'olive', drupe ovoidali che hanno un peso variabile dai 2 ai 20 grammi. Quando sono acerbe il colore è verde, poi con la maturazione questo cambia fino al giallo, al viola ed al nero-violaceo (il fenomeno è definito come 'invaiatura'). Contemporaneamente all'invaiatura avviene il processo di maturazione ('inoliazione'), durante il quale diminuisce nella polpa il contenuto in acqua, zuccheri ed acidi, mentre aumenta quello in olio.
Esistono centinaia di varietà (cultivar) di olive, da olio, da mensa e a duplice attitudine, che
hanno forma e dimensioni differenti e sono caratterizzate da un diverso rapporto tra nocciolo e polpa e quindi da un contenuto medio di olio variabile dal 18 al 27%; la loro produttività dipende da moltissimi fattori, sia climatici che agronomici
Esistono centinaia di varietà (cultivar) di olive, da olio, da mensa e a duplice attitudine, che
hanno forma e dimensioni differenti e sono caratterizzate da un diverso rapporto tra nocciolo e polpa e quindi da un contenuto medio di olio variabile dal 18 al 27%; la loro produttività dipende da moltissimi fattori, sia climatici che agronomici
USO ALIMENTARE OD OFFICINALE: l'olio di oliva è costituito da una mescolanza di lipidi diversi, formati chimicamente dall'unione della glicerina con i cosiddetti acidi grassi: fra questi l'acido oleico (che raggiunge l'80%) è il più importante, seguito dagli acidi linoleico, palmitico, stearico ed altri. Questo insieme agisce sull'organismo con effetti antitossici, lassativi, emollienti, colagoghi, anticolesterolici. Le foglie dell'olivo invece contengono il glucoside oleouropeina (fino all'1%) e inoltre tannino, zuccheri e altre sostanze. Hanno attività febbrifughe ed ipotensive e sono uno dei rimedi vegetali più efficaci contro l'ipertensione. Se ne raccomanda molto l'uso anche in caso di arteriosclerosi
Attenzione!! Questi non sono consigli medici!! Usate eventuali prodotti con cautela e solo secondo le prescrizioni del medico o dell’erborista