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Juniperus x media 'Pfitzeriana Glauca'

famiglia: Cupressaceae
nome comune: ginepro argentato di Pfitzer

ETIMOLOGIA: il nome del genere è il termine con cui gli antichi latini denominavano questa pianta, termine a sua volta proveniente dall'aggettivo celtico jeneprus (duro, ruvido), riferito al sapore intensamente acre delle bacche.



il ginepro agentato è una conifera arbustiva sempreverde di veloce crescita, alta fino a 120 centimetri e larga fino a 250, con rami arcuati e fogliame di colore grigio-bluastro, originaria del Nordamerica. Ha portamento elegante ed è indicata come tappezzante di grandi dimensioni oppure come cespuglio isolato. Può essere coltivata anche in vasche di adeguata grandezza. Gradisce posizioni soleggiate e si adatta a tutti i tipi di terreno, anche quelli più poveri e ricchi di calcare, da secchi a moderatamente umidi. È una specie largamente impiegata per la sua rusticità (resiste agevolmente a temperature inferiori ai -30°C) e la grande tolleranza all'inquinamento atmosferico




le giovani foglie squamiformi, lunghe dai 3 a 5 millimetri, disposte su rametti appuntiti dalla corteccia brunastra che tende a sfogliarsi, hanno una colorazione grigio-blu, con tonalità più intense durante il periodo invernale. Una regolare cimatura consente alle piante, specialmente quelle coltivate in vaso, di avere un portamento più compatto ed una forma più gradevole


i frutti sono galbuli sferici larghi 5-7 millimetri, bluastri e ricoperti da una evidente pruinosità

Calocedrus decurrens 'Aureovariegata'

famiglia: Cupressaceae
sinonimo: Calocedrus decurrens 'Aurea'
nome comune: libocedro variegato


ETIMOLOGIA: il nome generico è dato dall'unione del termine greco kalòs (bello) e da quello latino cedrus (cedro, pianta simile al cedro). L'attributo specifico latino decurrens (che scende verso il basso) è riferito alla disposizione del fogliame



il libocedro variegato è una varietà a portamento piramidale, con chioma densa e regolare.
Le caratteristiche sono simili a quelle della specie tipo, dalla quale si differenzia per il fogliame largamente ed irregolarmente chiazzato da rametti che portano foglie color giallo-oro



la crescita di questa varietà è più lenta di quella della specie tipo, rendendola più adatta ad essere impiegata anche in piccoli giardini

Taxus baccata L. 1753

famiglia: Taxaceae
nome comune: tasso, albero della morte

ETIMOLOGIA: il nome del genere è lo stesso con cui gli antichi latini denominavano questa pianta, a sua volta derivato dal greco taxon (freccia), dovuto all'impiego dei rami per la costruzione di dardi velenosi. L'attributo specifico latino baccata sta ad indicare la presenza di frutti simili a bacche




il tasso è una conifera sempreverde, spontanea e diffusa in tutto il continente europeo fino al Caucaso ed allAfrica settentrionale, dalla crescita lenta ma che può raggiungere i 15-20 metri di altezza. E' una pianta molto longeva e se ne conoscono esemplari di circa 2000 anni. In Italia lo si trova soprattutto nei parchi e giardini, mentre allo stato spontaneo è poco comune, tanto da essere considerato specie protetta in alcune regioni, in prevalenza centro-meridionali (i popolamenti più notevoli sono quelli della foresta umbra nel Gargano). Può presentarsi in forma arborea od arbustiva, con portamento espanso e chioma di forma globosa irregolare, con rami molto bassi. Si presta alla formazione di siepi ed all'ars topiaria, perchè sopporta molto bene le potature, ma può essere impiegato anche come esemplare isolato. Resiste inoltre all'atmosfera inquinata delle città e non subisce gravi attacchi da parte dei parassiti. Preferisce luoghi freschi, umidi ed ombrosi e terreni calcarei. Tutte le parti della pianta sono velenose, ad eccezione dell'arillo rossastro che ricopre i semi


le foglie sono opposte, aghiformi, appiattite e leggermente arcuate, di colore verde scuro nella pagina superiore, più chiare in quella inferiore, con l'apice acuto ma non pungente, tipicamente disposte a spina di pesce sui rametti  




la corteccia, di colore bruno rossastro, inizialmente è liscia ma con l'età si solleva arricciandosi e dividendosi in placche, mentre il tronco diviene spesso contorto.. Nelle foto possiamo notare un vecchio esemplare con tronco scavato, di cui è rimasto vitale un solo ramo laterale



il tasso è una specie dioica, con gli elementi riproduttivi maschili e femminili portati da piante separate. Quelli maschili sono piccoli coni globosi, situati nella parte inferiore dei rametti, mentre quelli femminili sono isolati e alla base delle foglioline. I secondi originano il frutto, che in realtà è un arillo, un'escrescenza carnosa a forma di campana che ricopre un unico seme molto velenoso, di colore rosso, mucillaginoso e zuccherino, molto apprezzato dagli uccelli, che non riecono a digerire il seme e lo espellono con gli escrementi, favorendo in questo modo la diffusione della pianta nel territorio. L'arillo costituisce l'unica parte non velenosa della pianta, mentre il seme, la corteccia e le foglie contengono sostanze alcaloidi molto nocive, in particolare la tassina.

 ATTENZIONE: in caso di intossicazione è consigliabile non indurre il vomito ma, anche in assenza di sintomi, portare la persona al Pronto Soccorso e contattare un centro antiveleni.

USO MEDICINALE: il tasso veniva utilizzato in passato come antisettico, il decotto delle bacche nelle affezioni bronchiali, ma con notevoli problemi dovuti alle difficoltà di dosaggio.
Attualmente il suo principale impiego è però nei trattamenti antitumorali, grazie alla presenza nella sua corteccia di tassolo, una sostanza che ha dimostrato una certa attività nella terapia  di alcuni tipi di tumore.


Juniperus communis L. 1753

famiglia: Cupressaceae
sinonimo: Juniperus vulgaris
nome comune: ginepro comune

ETIMOLOGIA: il nome del genere è il termine con cui gli antichi latini denominavano questa pianta, termine a sua volta proveniente dall'aggettivo celtico jeneprus (duro, ruvido), riferito al sapore intensamente acre delle bacche. L'attributo specifico latino communis (comune) sta ad indicare la grande diffusione di questa pianta


il ginepro comune è un arbusto ramoso od un alberello sempreverde, con foglie aghiformi, alto da 1 a 6 metri, diffuso allo stato spontaneo in Europa, Asia ed America settentrionale, piuttosto comune in luoghi aridi, incolti o boschivi fino ad altezze di 2.500 metri. La chioma è ampia con aspetto colonnare nelle piante più grandi, conica o piramidale negli altri casi.
Cresce in qualsiasi tipo di terreno, in posizione soleggiata o parzialmente ombreggiata



le foglie sono sottili, lineari, appuntite e pungenti, riunite a gruppi di tre elementi, con la faccia superiore nettamente segnata da una linea biancastra. Si sviluppano per una lunghezza di 1-3 cm e presentano cromatismi verde-bluastri



i frutti, propriamente chiamati galbuli, sono rotondeggianti e presentano tre semi al loro interno: impiegano due anni per maturare, passando dal colore verde glauco del primo anno ad un viola-bluastro nel secondo anno, ricoperti da una pruina cerosa biancastra.

USO ALIMENTARE ED OFFICINALE: i galbuli vengono impiegati in cucina come aromatizzanti per piatti di carne e nell'industria liquoristica per profumare birre ed acquaviti, oltre che per la produzione del notissimo gin. Il legno è impiegato in certe regioni per l'affumicatura di alcuni insaccati.
Le sostanze contenute nei tessuti della pianta presentano proprietà balsamiche, diuretiche, carminative, antisettiche e stomachiche. Il legno ha proprietà diaforetiche.

Calocedrus decurrens (Torr.) Florin 1956

famiglia: Cupressaceae
sinonimo: Libocedrus decurrens Torr.
nome comune: libocedro, cedro della California

ETIMOLOGIA: il nome generico è dato dall'unione del termine greco kalòs (bello) e da quello latino cedrus (cedro, pianta simile al cedro). L'attributo specifico latino decurrens (che scende verso il basso) è riferito alla disposizione del fogliame


è una grande conifera sempreverde, originaria della zone boschive montuose del sud-ovest dell'America settentrionale, dall'Oregon alla Baja California, alta fino a 40 metri, diffusa in Europa dopo il 1850 a scopo ornamentale per il suo bell'effetto estetico e la notevole rusticità.
La chioma ha portamento piramidale-conico molto stretto e slanciato e può essere larga fino ad 8 metri. Nelle zone d'origine quest'albero ha un importante valore commerciale in quanto il suo legno, tenero, aromatico (emana un profumo simile a quello dell'incenso) e facilmente lavorabile, è uno tra i più apprezzati ed utilizzati per la produzione delle matite da disegno; inoltre presenta una buona resistenza al deterioramento e manifesta pertanto una lunga durata: per questo motivo viene impiegato anche per la realizzazione di elementi in legno da esterni.
Come pianta ornamentale è apprezzata, oltre che per la bellezza, anche per la notevole resistenza alla siccità, che la rende adatta a zone con climi caldi e secchi, nelle quali, come avviene per buona parte delle Cupressaceae, risulta essere ulteriormente accentuata la strettezza della chioma. Tuttavia il libocedro cresce meglio in terreni fertili, umidi ma ben drenati, in posizioni soleggiate e riparate dai venti freddi invernali



l'apparato radicale di questa specie raggiunge una discreta profondità e presenta un'ampia estesione laterale.
Il tronco, il cui diametro può raggiungere i tre metri nelle zone d'origine, è massiccio, conico alla base, con le grosse radici che si dipartono ben evidenti. La corteccia è di colore bruno-arancio. Nei rami giovani tende a sfogliarsi in placche allungate longitudinalmente, mentre nel tronco è suddivisa in grosse placche grigiastre, suberose e longitudinali, che lasciano intravedere una colorazione rossastra nelle zone più profonde



i rametti tendono verso l'alto e sono folti e disposti a ventaglio, con foglie squamiformi lunghe dai 2 ai 15 mm, strettamente appressate al rametto, di colore verde intenso, molto aromatiche se stropicciate



la fioritura avviene in gennaio. I fiori sono unisessuali, quelli maschili costituiti da numerosissimi coni ovoidali, piccoli, terminali ai ramuli e di colore dorato, quelli femminili più grandi, generalmente singoli e raggruppati su ramuli vicini, inizialmente di colore verde poi virante verso il brunastro. Da questi ultimi prendono origine strobili ovali formati da squame, con quelle esterne divaricate a maturità