Equisetum arvense L. 1753

famiglia: Equisetaceae
nome comune: coda cavallina, equiseto dei campi

ETIMOLOGIA: il nome generico deriva dall'unione dei due termini latini equus (cavallo) e saeta (pelo), per l'aspetto dei ramuli lunghi e molto sottili, simili a peli di cavallo. L'attributo specifico latino arvense (dei campi) indica l'habitat prediletto di questa pianta



l'equiseto dei campi è una pianta erbacea perenne molto caratteristica, chiamata comunemente 'coda cavallina' per il suo aspetto caratteristico. Appartiene al gruppo sistematico delle felci, piante vascolari primitive ed antichissime, che non si riproducono per mezzo dei fiori (appartengono quindi alle crittogame vascolari) ma attraverso l'abbondante produzione di spore. I fusti possono essere di due tipi: vegetativi o riproduttivi. I fusti vegetativi, alti fino a 50 centimetri, sterili (privi di spore) e dotati di cloropasti, di colore verde, tipicamente zebrati con striature più scure, hanno foglie squamose verticillate saldate al fusto come un collare e si dipartono da un rizoma strisciante sotterraneo. La moltiplicazione viene assicurata dalle spore emesse da un secondo tipo di fusto, fertile, alto fino a 20 centimetri, grigiastro poichè privo di clorofilla, che compare alla base della pianta in primavera ed è privo di cloropasti, con uno strobilo alla sommità. Alla caduta delle spore lo strobilo scompare e il fusto fertile diviene simile a quello sterile. 



 questa felce è diffusa in tutto il mondo tranne che in Oceania e predilige i terreni umidi, moltiplicandosi liberamente lungo fossi e torrenti, anche in altitudine, tendendo talvolta a diventare infestante.
Ha un impiego clinico e farmacologico, perchè, oltre all'azione diuretica ed emostatica conosciuta fin dall'antichità, unisce un'importante funzione rimineralizzante e emopoietica. Proprio per la composizione e le sue proprietà, l'equiseto è conosciuto anche come 'argilla
vegetale'

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