famiglia: Juglandaceae
sinonimi: Juglans sinensis
nome comune: noce, noce comune, noce da frutto
ETIMOLOGIA: il nome generico proviene dal termine, pervenutoci da Cicerone, con cui gli antichi latini denominavano il noce, a sua volta derivante dalla contrazione di Jovis glans (ghianda di Giove). L'attributo specifico proviene dall'aggettivo latino regius -a -um (reale), per la prelibatezza dei frutti e la loro superiorità rispetto a quelli di altre specie
il noce è un grande albero deciduo, vigoroso, alto fino a 30 metri, dal portamento maestoso, originario dell'Asia centro-orientale ma oramai pianta cosmopolita, presente negli ambienti temperati di tutto il mondo, anche nell'emisfero australe. Coltivato già nell'età della pietra (dal 9000 a.C. circa) in Italia è stato introdotto dagli antichi greci intorno al IV° secolo a.C. per i suoi frutti eduli, diffondendosi poi in tutta Europa con l'espandersi dell'Impero Romano, in quanto era considerato albero di grande valore, sia dal punto di vista economico-alimentare sia da quello religioso. È diffuso in tutto il territorio nazionale dal Nord al Sud, dal piano fino alla bassa montagna, ampiamente coltivato (soprattutto in Campania), ma lo si può anche trovare senza troppe difficoltà allo stato spontaneo o inselvatichito. Predilige posizioni soleggiate e suoli fertili e freschi, temendo sia il ristagno idrico sia un'eccessiva aridità del suolo, mentre resiste anche ad un elevato tenore in calcare. È pianta tipicamente mesofila, che mal tollera sia il gelo eccessivo sia il troppo caldo. Le zone più adatte al noce sono quelle di media collina, esposte a sud o a ovest, protette dai venti. Cresce lentamente e può vivere sino a 200 anni.
Per il suo portamento maestoso è utilizzato come pianta ornamentale nei parchi e nei giardini di grandi dimensioni, ma viene anche coltivato per il suo legno pregiatissimo e per la produzione di noci, impiegate per il consumo fresco e nell'industria dolciaria. Dal gheriglio viene estratto un olio commestibile e di ottima qualità, però poco conservabile perchè tende facilmente ad irrancidire. Col mallo dei frutti immaturi si prepara il nocino, un liquore molto diffuso. Le gemme e le foglie vengono utilizzate per le loro proprietà medicinali e tintorie.
Le radici del noce producono una sostanza, chiamata juglone, tossica per le altre piante, che quindi non riescono a svilupparsi e crescere troppo vicino agli alberi di questa specie
Per il suo portamento maestoso è utilizzato come pianta ornamentale nei parchi e nei giardini di grandi dimensioni, ma viene anche coltivato per il suo legno pregiatissimo e per la produzione di noci, impiegate per il consumo fresco e nell'industria dolciaria. Dal gheriglio viene estratto un olio commestibile e di ottima qualità, però poco conservabile perchè tende facilmente ad irrancidire. Col mallo dei frutti immaturi si prepara il nocino, un liquore molto diffuso. Le gemme e le foglie vengono utilizzate per le loro proprietà medicinali e tintorie.
Le radici del noce producono una sostanza, chiamata juglone, tossica per le altre piante, che quindi non riescono a svilupparsi e crescere troppo vicino agli alberi di questa specie
il tronco è molto robusto, eretto e diritto e può raggiungere fino a 150-200 centimetri di diametro, con corteccia grigiastra e liscia nella fase giovanile, che poi si screpola con l'età, diventando più scura e fessurata longitudinalmente. Il tronco principale si ramifica in grossi ma corti rami di colore bruno rossiccio, glabri, formanti una chioma ampia e arrotondata. Sui rami più giovani possiamo notare ampie cicatrici fogliari, lasciate dalla caduta delle foglie dell'anno precedente. Le gemme sono larghe e schiacciate, di un colore che va dal bruno-viola al nero.
Il legno del noce, molto pregiato ed elegantemente solcato da venature, con l'alburno chiaro e la parte interna color bruno-cioccolato, si presenta compatto e pesante ma nel contempo facile da lavorare: per questo motivo è molto apprezzato da ebanisti, scultori e falegnami, per la produzione di mobili, arredamenti, intarsi, torniture e impiallacciature. Il legno, tra l’altro, ha il pregio di non deformarsi con il passare del tempo, e questo lo rende ideale per la produzione di attrezzi tra i più disparati, come per esempio i calci da fucile e le stecche da biliardo
Il legno del noce, molto pregiato ed elegantemente solcato da venature, con l'alburno chiaro e la parte interna color bruno-cioccolato, si presenta compatto e pesante ma nel contempo facile da lavorare: per questo motivo è molto apprezzato da ebanisti, scultori e falegnami, per la produzione di mobili, arredamenti, intarsi, torniture e impiallacciature. Il legno, tra l’altro, ha il pregio di non deformarsi con il passare del tempo, e questo lo rende ideale per la produzione di attrezzi tra i più disparati, come per esempio i calci da fucile e le stecche da biliardo
le foglie sono caduche, alterne, composte, imparipennate, dotate di un picciolo dilatato alla base, composte da 5-9 foglioline ellittiche a margine intero e lunghe 20-25 centimetri, quella terminale solitamente più grande delle altre. Sono di colore verde scuro superiormente, più chiare sotto, leggermente vellutate per la presenza di ciuffi di peli all'inserzione delle nervature secondarie sulla nervatura principale. Se schiacciate emanano un profumo debolmente aromatico
il noce è una pianta monoica, cioè con fiori dai sessi distinti ma presenti contemporaneamente sulla stessa pianta. Si sviluppano in primavera, prima della comparsa delle foglie, in infiorescenze separate. I fiori femminili, sessili e generalmente disposti a coppie, ma talvolta raccolti in gruppi comprendenti fino a 5 fiori verdi, si trovano alle estremità dei rametti nuovi. Quelli maschili, provvisti di tre petali e numerosi stami, sono riuniti in vistosi amenti penduli, cilindrici, di 5-10 centimetri, di colore bruno-verdastro, che si trovano in posizione ascellare sui rametti dell'anno precedente e che presto anneriscono e cadono. L'impollinazione avviene per mezzo del vento
i frutti sono drupe con seme commestibile, costituiti da una buccia sottilissima (epicarpo), glabra e punteggiata di ghiandole e dal mallo (mesocarpo) carnoso, verde e dall'odore caratteristico, che a maturazione del frutto diventa nero e si stacca. Al di sotto del mallo c'è la noce vera e propria, con guscio legnoso (endocarpo), diviso in due valve contenente il seme (gheriglio), suddiviso a sua volta in quattro spicchi irregolari e rugosi. Il seme è edule e di ottimo sapore, tanto più delicato quanto più fresco, essendo ricco di olio di ottima qualità, che però col tempo tende ad irrancidire
USO ALIMENTARE ED OFFICINALE: il gheriglio del noce è un alimento molto aromatico e gustoso, amaro, acido ed astringente, molto calorico (100 grammi forniscono circa 600 Kcal). Per la metà del suo peso è costituito da lipidi e per il 12% da proteine. L'80% dell'olio di noce è costituito da grassi polinsaturi ed è per questo motivo che manifesta notevoli proprietà anti-arteriosclerotiche. Contiene anche vitamina A e vitamina E.
Le foglie e le radici del noce sono ricche di juglone, una sostanza ad azione antimicotica, che le rende adatte nella cura delle infezioni fungine, impiegate come impacchi o decotti in trattamenti locali. Per via interna esercitano azione stomachica, ipoglicemizzante ed anti-diabetica, astringente, depurativa, anti-linfatica, ricostituente, vermifuga, antiemorroidea, antibiotica ed anti-acneica. Sono quindi utili per chi soffre di turbe digestive, iperglicemia, diarree, coliti ulcerose, leucorrea, intossicazioni, linfatismo, eczemi.
Anche la corteccia dei giovani rami è utile come decotto in quanto astringente e vermifuga. Il mallo è molto ricco di tannino e di vitamina C, tanto che se ne può usare il succo fresco come astringente ed anti-linfatico o sulla pelle come cicatrizzante, protettivo, anti-ustione solare o come abbronzante (olio di mallo).
Le gemme del noce si usano in gemmoterapia in forma di macerato glicerico, per la marcata attività depurativa ed eudermica, dove sono indicate perla cura di acne, dermopatie pustolose, ulcerazioni, micosi, iperidrosi, tracheobronchiti, otiti, salpingiti, cistopieliti, meteorismo, diarrea conseguente a trattamenti antibiotici, pancreatite cronica ed insufficienza pancreatica.
In floriterapia, è il Fiore di Bach denominato Walnut, considerato un rimedio per la difficoltà di adattamento alle situazioni nuove
Le foglie e le radici del noce sono ricche di juglone, una sostanza ad azione antimicotica, che le rende adatte nella cura delle infezioni fungine, impiegate come impacchi o decotti in trattamenti locali. Per via interna esercitano azione stomachica, ipoglicemizzante ed anti-diabetica, astringente, depurativa, anti-linfatica, ricostituente, vermifuga, antiemorroidea, antibiotica ed anti-acneica. Sono quindi utili per chi soffre di turbe digestive, iperglicemia, diarree, coliti ulcerose, leucorrea, intossicazioni, linfatismo, eczemi.
Anche la corteccia dei giovani rami è utile come decotto in quanto astringente e vermifuga. Il mallo è molto ricco di tannino e di vitamina C, tanto che se ne può usare il succo fresco come astringente ed anti-linfatico o sulla pelle come cicatrizzante, protettivo, anti-ustione solare o come abbronzante (olio di mallo).
Le gemme del noce si usano in gemmoterapia in forma di macerato glicerico, per la marcata attività depurativa ed eudermica, dove sono indicate perla cura di acne, dermopatie pustolose, ulcerazioni, micosi, iperidrosi, tracheobronchiti, otiti, salpingiti, cistopieliti, meteorismo, diarrea conseguente a trattamenti antibiotici, pancreatite cronica ed insufficienza pancreatica.
In floriterapia, è il Fiore di Bach denominato Walnut, considerato un rimedio per la difficoltà di adattamento alle situazioni nuove
Attenzione !!
Questi non sono consigli medici!! Usate eventuali prodotti con cautela e solo secondo le prescrizioni del medico o dell’erborista
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