sinonimi: Cytisus laburnum, Laburnum vulgare
nomi comuni: maggiociondolo, avorniello, laburno
ETIMOLOGIA: il nome del genere prende origine dal termine latino alburnum (legno bianco), perchè l'alburno del legno di questa specie ha un colore molto chiaro. L'attributo specifico è dato dalla combinazione di anagyris (anagiride, altra pianta leguminosa) col suffisso -oides (simile), per la somiglianza di questa pianta all'anagiride.
ETIMOLOGIA: il nome del genere prende origine dal termine latino alburnum (legno bianco), perchè l'alburno del legno di questa specie ha un colore molto chiaro. L'attributo specifico è dato dalla combinazione di anagyris (anagiride, altra pianta leguminosa) col suffisso -oides (simile), per la somiglianza di questa pianta all'anagiride.
è un piccolo albero spogliante (alto dai 4 ai 6 metri), con portamento arbustivo, corteccia liscia e rami espansi, di colore verde scuro e ramoscelli penduli e pubescenti. La chioma è ovale, abbastanza disordinata. Predilige posizioni soleggiate, non teme il freddo, ma può temere climi eccessivamente caldi ed asciutti. Allo stato naturale entra nella costituzione di boschi di latifoglie consociandosi con castagno, carpino, quercia e faggio. E' molto adatto, per lo sviluppo radicale esteso, al consolidamento di scarpate e rive ghiaiose. In Italia e' assai più frequente al nord dove può arrivare (nelle Alpi) fino a 2000 m di altitudine.
Vive meglio in terreni sciolti e profondi, preferibilmente calcarei, molto ben drenati, ma tende ad adattarsi abbastanza bene in tutti i tipi di terreno. Trova impiego come pianta ornamentale nei parchi e nei giardini per l'effetto decorativo della sua fioritura: a questo scopo è più utilizzato un suo ibrido, il Laburnum x watereri 'Vossii', che si caratterizza per la fioritura più abbondante e grappoli fiorali molto più lunghi e decorativi.
Le foglie sono pennate, costituite da tre piccole foglie ovali, di colore verde chiaro, con la pagina inferiore grigia o biancastra.
come suggerisce il nome comune della pianta, in maggio compaiono lunghe infiorescenze di fiori giallo oro, di forma papilionacea, simili a quelle del glicine. I fiori presentano un petalo superiore più grande, macchiato di marrone/rossastro, che permette di distinguere questa specie dal Laburnum alpinum.
i frutti sono dei baccelli leguminosi dapprima verdi, poi nerastri, contenenti semi molto velenosi.
ATTENZIONE!!! questa pianta è tossica e velenosa in tutte le sue parti: se ingerita può causare nervosismo, irritazioni allo stomaco e all'intestino, con nausea, vomito e diarrea, polso irregolare, convulsioni, coma, e può essere fatale in diverse occasioni, specialmente per i bambini e gli animali domestici
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